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“Là fuori, oltre a ciò che è giusto e a ciò che è sbagliato esiste un campo immenso.

Ci incontreremo lì”

Rumi, Poeta persiano XII secolo

 galante intro

Nasce negli Stati Uniti a partire dagli anni ’50, dalla psicologia gestaltica, con Fritz Perls ed è figlia della psicoanalisi pur discostandosi tanto da essa. Gestalt termine tedesco significa forma, Gestalten significa mettere in forma. Il termine Gestalt viene usato in Psicoterapia per  definire un bisogno non realizzato “unfinished business” (affare incompiuto, Fritz Perls), un qualcosa che va chiuso a cui dare una forma.

Al centro della Gestalt Therapy c’è il paziente con i suoi bisogni. Il paziente come essere umano mira alla soddisfazione di bisogni non gratificati, sono questi a divenire percettibili, arrivano in “figura”, una volta soddisfatti escono dalla percezione e vanno sullo sfondo, mentre altri bisogni insoddisfatti diventano prioritari. Questo scambio tra figura e sfondo è dinamico, fa parte dell’esistenza dell’uomo. Se non c'è questo scambio si possono accumulare idee fisse o crearsi rigidità nel carattere.

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Fig. 1: FIGURE AMBIGUE, spiegano la relazione dinamica figura sfondo, cogliamo la realtà emergente, lasciando sullo sfondo gli elementi meno significativi, per poterci concentrare sull’obiettivo.

La consapevolezza del bisogno fa sì che l’individuo possa cominciare a muoversi fino a trovare un idoneo oggetto di gratificazione.

Il bisogno non gratificato genera grande sofferenza nell’essere umano e il terapeuta gestaltico offre un sostegno alla consapevolezza, alla visione chiara del bisogno che sta sotto al problema che il Paziente porta e alla presa di responsabilità di esso.

Il terapeuta parte dall’ascolto del Paziente privo di giudizio (epoché) ponendo l’attenzione al linguaggio del corpo oltre alla parola.

La prima fase è esplorativa, si studiano i fatti, gli eventi, le emozioni, gli atteggiamenti e le relazioni. Di tali fenomeni non si cercano le cause quanto il “come” essi accadano e si aiuta il Paziente a focalizzare, dare un nome ad un problema che sia sensato e centrale per lui, tenendo conto della forza dell’io e delle risorse anche in relazione all’ambiente, affinché il problema possa avere la possibilità di arrivare ad una soluzione.

Si arriva quindi ad una diagnosi “fenomenologica” di evento e di emozione, e, effettuato il contratto terapeutico con il Paziente può iniziare il lavoro trasformativo del problema, per la risoluzione di esso. Lavoro che effettuerà il Paziente stesso con il sostegno del terapeuta.

Si potrà partire dalle emozioni, centrali nella psicoterapia gestaltica, (il paziente le sente, riconosce e impara a gestirle), o dal corpo attraverso un approccio fisico, in alcuni casi si lavora nel cognitivo, quando lo stato emotivo è tale da essere ingestibile per il paziente, in un secondo momento si potrà tornare alle emozioni.

Il setting gestaltico usa tre sedie una per il terapeuta, una per il paziente, una e' vuota ed è utilizzata per la messa in scena del problema quando ritenuto opportuno. Attraverso questa esperienza che e' molto importante per far vivere le emozioni e i sintomi in un secondo tempo si arriva alla trasformazione del problema.

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Fig. 2: SEDIA VUOTA

Il lavoro è svolto nel “qui ed ora” lasciando il passato, prendendo di esso solo ciò che può essere utilizzato per chiarificare il problema e arrivare alla consapevolezza.

Fondamentale nel processo terapeutico è “il contatto umano”, la relazione tra terapeuta e paziente (io-tu), è un incontro empatico, in cui il terapeuta pur restando se stesso accoglie nel proprio spazio vitale il paziente e da questi ne viene a sua volta accolto. E’ proprio da questa relazione che nasce il processo di guarigione, attraverso un rapporto di reciproca fiducia, in cui entrambe le parti si mettono in gioco e da qui il processo trasformativo della cura, la risoluzione del problema e la crescita personale del paziente che prende in mano la responsabilità della propria vita.

E’ una psicoterapia  che lavora molto sul corpo e sulle emozioni, sulla consapevolezza e il contatto umano, pertanto quali sono i bisogni che la persona porta e vuole soddisfare? Quali i problemi che desidera risolvere? Può trattarsi di un trauma fisico o psichico, di un dolore cronico e debilitante (e in questo caso la Gestalt Therapy diventa un valido supporto ad una concomitante terapia riabilitativa), di un periodo di confusione, di delusione o depressione, di uno stato di tilt emozionale da cui risulta difficile uscire.

E’ un processo che ognuno può scegliere per conoscersi meglio e procedere nella vita.