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La patologia della Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) si presenta tipicamente con una triade di sintomi che sono: dolore articolare spontaneo o provocato dalla masticazione, rumori articolari sotto forma di crepitii o schiocchi, limitazioni funzionali masticatorie, deglutitorie, fonatorie.

La presenza di questo quadro clinico depone per il fatto che, a livello di tale articolazione, si sono già verificati degli adattamenti strutturali (modifiche adattative) da parte di elementi anatomici propri della articolazione. Infatti il disco (menisco) articolare, spostato dalla sua naturale posizione, rappresenta un ostacolo per le superfici articolari che di conseguenza vanno così incontro ad usura. Ecco semplicemente spiegati i sintomi di rumore, di dolore e di limitazione funzionale.

Ciò che è importante sottolineare è che, tale patologia articolare, non è mai un evento improvviso, casuale, inspiegabile ma sempre la conseguenza prevedibile di un lungo percorso disfunzionale a carico dell’apparato masticatorio.

Per tale motivo è molto importante intervenire per tempo correggendo tali disfunzioni spesso presenti clinicamente in maniera sfumata, piuttosto che curare successivamente patologie ormai non più soddisfacentemente correggibili.

Le problematiche ATM così come quelle che possono coinvolgere qualsiasi articolazione del corpo umano sono quasi sempre conseguenza di fenomeni di sovraccarico funzionale. Così come esiste  il gomito del tennista piuttosto che il ginocchio del maratoneta avremo la ATM del masticatore.

Anche in questo caso l’articolazione sarà la vittima predestinata di muscoli che funzionano disassati ed in maniera eccessiva.

Anche in questo caso dovremo porre attenzione ai diversi fattori che hanno favorito tale alterazione muscolare e quindi hanno favorito l’insorgenza di tale fenomeno disfunzionale.

Certo non la racchetta, le scarpette, il modo di correre o di portare la volè, ma è importante valutare se ci sono tutti i denti, se sono correttamente allineati, se sono in corretto rapporto con lo scheletro craniale e con le altre strutture del collo, se hanno subito dei traumi anche piccoli e di vecchia data o se sono sottoposti a condizioni di funzionamento eccessivo come nel digrignamento notturno o nel serramento diurno situazioni queste, strettamente legate anche allo stress.

Da ultimo, ma non poichè ultimo, è necessario capire se, nel definire l’insorgenza di tale disfunzione, abbiano giocato un ruolo importante anche fattori così detti sistemici. Al di là di specifici aspetti genetico ereditari, l’attenzione va posta sugli stili di vita seguiti dal paziente.

Sul tipo di alimentazione seguita, che se eccessivamente sbilanciata verso determinate sostanze, può favorire una acidosi dei connettivi e quindi mettere in crisi la funzionalità dei muscoli e delle superfici articolari. Sulla presenza di una sana ed equilibrata attività fisica che non sia poca né troppa ma sufficiente a mantenere tonica la struttura ed equilibrato il rapporto tra psiche e soma. Che il soggetto, nella sua quotidianità, non sia sottoposto ad eccessivi carichi stressogeni e che conduca una vita adeguata alle sue potenzialità, coltivando le stesse verso una crescita personale progressiva che tenda a trasformare i rapporti con l’ambiente in una sfida propositiva piuttosto che in un incubo anticamera di ansia e depressione, situazioni queste che modificano sensibilmente le soglie del dolore percepito.  Altro fattore da controllare è la presenza di sovrappeso, condizione questa spesso correlata ad altre alterazioni sistemiche chimico-metaboliche,  capaci di favorire il quadro disfunzionale indagato. Ed ancora consigliare assolutamente l’eliminazione del fumo e la moderazione di sostanze voluttuarie che se, da un certo punto di vista e fino ad un certo livello, possono essere di aiuto quando in eccesso divengono, per motivi diversi, situazioni controproducenti.

Ciò detto, nel momento in cui si dovesse manifestare un evento acuto di disfunzione della ATM con dolore e limitazione funzionale, detta articolazione andrebbe messa  immediatamente a riposo e riequilibrata consigliando al paziente:

  • l’utilizzo di un bite personalizzato (vedi fast bite)
  • interventi di fisioterapia mirati al riequilibrio della muscolatura masticatoria e del collo (vedi BMA)
  • impacchi freddi o caldo-umidi a seconda dei casi
  • mantenere per alcuni giorni una dieta semi-solida
  • modificare il profilo della propria dieta riducendo l’apporto di proteine e di carboidrati raffinati
  • ridurre lo stress con riposo notturno adeguato e blanda ma costante attività fisica
  • eventualmente somministrare una omeo mesoterapia locale antinfiammatoria