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e forse non si troverà mai perché è una malattia genetica.

Ma andiamo con ordine: la sindrome di Gilbert, dal nome del medico che la scoprì oltre un secolo fa, è una patologia molto diffusa (quasi il 10% della popolazione ne è colpito), legata ad una disfunzione del fegato su base costituzionale, cioè ereditaria. Essa è infatti una malattia legata ai cromosomi che causano un danno enzimatico nel fegato, cui consegue un alterato metabolismo della bilirubina, escreta insufficientemente da quest’organo: ne consegue un travasa nel sangue circolante.

Ma vediamo intanto perché le persone colpite si preoccupano:

1. è sempre "antipatico" avere un morbo o una sindrome, anche se dal nome francese;

2. è una patologia cronica che dura tutta la vita e che può essere trasmessa ai figli;

3. per quanto attenta una persona possa essere, a differenza della maggior parte delle altre patologie epatiche, questa non scompare mai;

4. vi possono essere una serie di disturbi, più o meno lievi, che possono ridurre le prestazioni fisiche e psichiche.

Talora la malattia è completamente asintomatica e viene scoperta soltanto grazie ad un esame del sangue: la Bilirubina, soprattutto quella indiretta, che risulta aumentata, magari con gli altri valori epatici del tutto normali.

Obiettivamente ci può essere ittero o subittero, cioè una colorazione giallastra della cute o delle sclere (congiuntiva); frequentemente sono presenti sintomi vaghi ed aspecifici quali stanchezza, malessere ed affaticabilità, ridotte prestazioni fisiche e psichiche, depressione, debolezza, cefalea, disturbi della concentrazione ed occasionalmente alterazioni digestive delle prime vie con disturbi quali nausea o pesantezza dopo mangiato.

La sintomatologia può essere costante e continua oppure subentrare solo in certi periodi. Il paziente fa difficoltà a sopportare la nicotina e spesso i disturbi compaiono solo in seguito ad ingestione di cibi, in situazioni stressanti, durante malattie infettive, in caso di digiuno o di sforzi fisici maggiori. Nelle persone anziane i sintomi diventano un po' più intensi, fastidiosi e duraturi. Similmente anche i giovani sottoposti allo studio, allo stress degli esami ed alle perturbazioni ormonali tipiche dell'adolescenza, possono risentire particolarmente di questa affezione.

Data la debolezza del fegato sarò opportuno che il Paziente affetto da morbo di Gilbert eviti di affaticarlo troppo, escludendo farmaci chimici come per esempio il paracetamolo che è un antidolorifico ed antipiretico molto usato.

Cosa fare per aiutare in modo naturale queste persone?

Innanzitutto una dieta sana e regolare, ricca di frutta e verdura. Imparare a gestire lo stress, programmare un'attività fisica costante. Cose belle a dirsi ma non facili a farsi!!!

Anche alcune piante possono essere utili, tra queste ricordiamo principalmente il Desmodio, il Tarassaco, il Carciofo, il Cardo, il Chelidonio che andranno somministrate per lunghi periodi di tempo.

Anche la medicina indiana, ayurvedica, può offrire un valido contributo alla cura di questi soggetti con l'Andrographis paniculata.

E l'omeopatia? Basse diluizioni preferibilmente in diluizione decimale, di alcuni rimedi come il Lycopodium, la Nux vomica, il Phosphorus, la Sepia, potranno rivelarsi utili.

Ma non dimentichiamo che l'omeopatia è una medicina olistica, cioè cura tutta la persona: quindi il medico che la pratica considererà l'individuo nella sua interezza, con tutte le sue caratteristiche fisiologiche e le modalità reattive, e non solo la sofferenza di un solo organo. Prescriverà quindi un rimedio per tutto l'insieme dell'organismo, non solo per i disturbi di un singolo organo!!!