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Malattie infiammatorie croniche

dolore cronicoIl dolore, in particolare quello acuto, ha il fine di eliminare ciò che l’ha causato per evitare ulteriori danni al corpo umano o all’organo interessato. Il dolore cronico invece, ha perso questo significato finalistico e diventa negativo nei confronti della vita di chi ne soffre e l’approccio medico volto solo al corpo diventa, soprattutto in questo caso, insufficiente ad affrontare la complessa rete in cui paziente e medico si trovano intrappolati.

Le ricerche attuali sono indirizzate verso una interpretazione cognitivo-comportamentale del processo di mantenimento del dolore. Ogni individuo impara a conoscere il dolore attraverso traumi o ferite legate ad esperienze della prima infanzia, come un’esperienza spiacevole, soggettiva, sensoriale ed emotiva, pertanto il dolore rappresenta un qualcosa di più complesso rispetto alla cosiddetta “nocicezione” (percezione del dolore e degli eventi negativi ad esso legati).

Si parla di dolore cronico riferendosi ad un dolore continuo o ricorrente per almeno 6 mesi, non legato a patologia neoplastica, spesso preceduto da un inizio acuto. Nello specifico, parlando di dolore perineale sia maschile che femminile si intende un dolore riferibile alla pelvi, cronico.

Un dolore che ha perso la sua utilità biologica e diviene esso stesso una vera malattia, può determinare  modificazioni affettive e comportamentali, può condurre ad invalidità e disabilità, con il rischio di incidere negativamente sulla qualità della vita e sulle performance lavorative. Si sviluppano progressivamente debolezza, disturbi del sonno, dell’appetito e depressione. Il dolore perineale in particolare è legato alla parte intima dell’essere umano, alla sessualità,  comporta pertanto un progressivo isolamento relazionale, la distruzione della vita di coppia, o l’impossibilità di creare un rapporto di coppia, riduzione dell’autostima e della visione di sé. Può diventare un dolore globale alla cui base si riconoscono cause non solamente fisiche, ma anche psicologiche e sociali che lo sostengono e lo perpetuano.

Alla base del dolore cronico perineale troviamo alcune sindromi spesso non risolte o non riconosciute, anche perché si tratta di situazioni cliniche la cui diagnosi è spesso difficile: infiammazioni croniche della prostata, infiammazioni della vescica (come la cistite interstiziale), infezioni vaginali, disfunzioni del piano perineale che provocano una contrazione dolorosa del pavimento pelvico o un mancato svuotamento della vescica (con infezione urinaria ricorrente). Di fronte ad una persona con dolore perineale cronico è difficile scoprire la causa prima e impostare un’idonea terapia. Spesso  vi sono più cause che insorgono in momenti successivi e concatenate tra loro.

Si comprende pertanto come gli schemi terapeutici tradizionali risultino molto spesso insufficienti e inefficaci. I Pazienti di solito vengono sottoposti ai più svariati esami, anche dolorosi, invasivi, a innumerevoli cicli di terapia antibiotica senza alcun risultato e sembrano affondare in un mare di illusioni di guarigione.

 

Esiste una terapia dolce del piano perineale che associa una presa di coscienza di questa parte di cui siamo poco consapevoli prima del dolore, ad esercizi specifici per il rilassamento o il rinforzo della muscolatura che la costituisce, a massaggi delicati per ridurre il dolore. E’ importante che il Paziente diventi consapevole che si tratta di un lungo viaggio in cui c’è una presa di responsabilità da parte sua nel partecipare attivamente alla terapia, modificando quei modelli di vita che sono alla base di infiammazioni croniche, che si autoalimentano, incrementando l’attività fisica, riducendo  le situazioni di stress, proseguendo per proprio conto gli esercizi appresi durante la rieducazione o meglio “l’educazione” perineale. Fondamentale un approccio psicologico, psicoterapeutico, soprattutto volto al riconoscimento delle emozioni legate al dolore, alla situazione vissuta, alle difese che sono state messe in atto per combatterlo.