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Argomento generale

medicina complementareIl termine Medicina Integrata venne per la prima volta utilizzato nel 1992 (National Institutes of Health) per identificare innovativi protocolli terapeutici che associavano alle consolidate proposte della medicina convenzionale altre proprie delle medicine cosiddette complementari.

La necessità di dare un nome a questi nuovi protocolli deriva dal fatto che tale operatività integrata era sempre più praticata in molti studi medici, sia per richiesta diretta dei pazienti, sia perchè sempre più numerose erano le evidenze scientifiche che davano sostanza scientifica e credibilità a quelle numerose metodiche terapeutiche una volta chiamate in maniera distaccata alterative o non convenzionali.

Il termine medicine complementari vuole sottolineare che tali metodiche siano sullo stesso piano della medicina ufficiale talvolta sostituendosi le une con le altre ma più spesso integrando i loro potenziali terapeutici in maniera tale da colmare entrambe i limiti delle altre.

La medicina integrata, appropriatamente utilizzata, rappresenta quindi uno strumento terapeutico che trova nella sua duttilità la conferma della propria efficacia ed efficienza nel fare fronte alle diverse problematiche di salute   che colpiscono la nostra società.

Nella recente storia della medicina degli ultimi cento anni l’aspetto riduzionistico proprio dell’approccio cosiddetto convenzionale si era posto come obbiettivo il riconoscimento del “codice genetico DNA”  quale stampo univoco di ogni molecola vitale e quindi riferimento per qualsiasi situazione di benessere o malessere che attraversasse la vita.

Lo studio della genetica seguendo “il dogma della biologia molecolare” proponeva che l’informazione contenuta nel DNA fosse l’unica base realmente da conoscere.

Tale presupposto non venne confermato e superata “l’ubriacatura” provocata, alla fine del secolo scorso, dal cosiddetto “progetto genoma” ha preso sempre più “consistenza scientifica” una visione unitaria e sistemica dell’organismo umano dove genetica ed epigenetica (intesa come ambiente e/o modo di interpretare l’ambiente) rappresentassero quell’unicum inseparabile da cui prende origine la vita con i suoi diversi aspetti di salute e malattia.

A conferma di tale ipotesi intervennero proprio gli approfonditi studi di biologia molecolare, che grande impulso hanno avuto nello studio della genetica, e che hanno fornito una notevole quantità di nuove conoscenze circa:

  • i livelli di organizzazione cellulare
  • gli aspetti informativi (comunicazione) esistenti nelle cellule e tra le cellule

Ciò ha rappresentato un interessante arricchimento scientifico che ha permesso di sostenere come la sopravvivenza dell’uomo non possa essere staccata dal suo contesto e quindi la genetica dal suo  ambiente.

Sono state pertanto valorizzate scientificamente ipotesi biologiche formulatesi nelle diverse teorie proposte dalle medicine complementari.

Interessanti intuizioni diventavano realtà e si consolidavano sempre più nelle basi teoriche della PNEI Psico Neuro Endocrino Immunologia.

Prendeva sempre più corpo l’idea che la malattia, qualunque essa fosse, non rappresentasse un accadimento imprevisto e per certi versi casuale ma bensì il risultato finale di una lenta e costante costruzione  fortemente condizionata dai nostri comportamenti.

Uno stretto rapporto di vicendevole condizionamento tra mente e corpo, tra forma e funzione, tra genetica e ambiente (epigenetica) capace di modificarsi, nel bene e nel male, al modificarsi degli elementi che lo hanno determinato.

Allo stato attuale l’evidenza di questo importante condizionamento deve spingere sempre di più il medico a compiere un intervento terapeutico che non sia solo mirato a risolvere la patologia dell’organo (approccio convenzionale) ma che si proponga di ottenere  tale risultato soprattutto attraverso una riorganizzazione fisiologica delle funzioni generali del corpo (medicina integrata) ampliando il suo modo di operare non solo attraverso la scelta del protocollo terapeutico adeguato ma anche sensibilizzando il paziente ad operare in senso preventivo alle malattie agendo sul miglioramento degli stili di vita che hanno inequivocabilmente dimostrato di influire pesantemente sullo stato di salute del singolo soggetto.