Per proteggere la propria salute sarebbe necessario eliminare tutte le cattive abitudini e tra queste in particolare il fumo.
Non ci sono particolari motivi per fumare e tale abitudine o vizio come alcuni lo definiscono spesso inizia in maniera casuale già in giovane età soprattutto per imitazione, per sentirsi più adulti, per essere trasgressivi tanto si pensa di poter smettere in qualunque momento.
In realtà il fumo crea dipendenza attraverso la nicotina un alcaloide del tutto assimilabile ad una droga.
Ad una osservazione più approfondita dei danni provocati dal fumo la nicotina, in quanto a nocività, è forse l’elemento meno pericoloso che viene prodotto.
Infatti, la nocività del fumo, è dovuta a numerosi e diversi fattori e tra questi soprattutto all’accumulo a livello dei polmoni di sostanze tossiche come il catrame e di altre sostanze pre-cancerogene come gli idrocarburi aromatici policiclici, le nitrosamine, il benzopirene e il benzoantracene.
Di fatto, però, è tutto l’organismo a risentirne in maniera sistemica in quanto il fumo porta ad un generale restringimento dei vasi capillari con conseguente minor afflusso di sangue ai tessuti. Tale situazione ne compromette la funzionalità sia riducendo l’apporto di nutrienti di cui essi hanno costante bisogno ed in particolare dell’ossigeno in quanto il monossido di carbonio inalato con il fumo legandosi all’emoglobnia ne rende difficile i trasporto, sia impedendo una corretta detossificazione dei tessuti stessi per il mancato asporto delle sostanze tossiche prodotte dal metabolismo cellulare.
La combustione del tabacco e della carta che lo avvolge (sigaretta) libera inoltre sostanze particolarmente irritanti come l’acido cianidrico, l’acroleina, la formaldeide e l’ammonoacaca tutte sostanze il cui accumulo nel tempo produce pericolosi danni e mantiene costantemente iper-attivato il sistema immunitario annesso alle mucose (MALT) e di conseguenza i livelli di infiammazione sistemica.
Ancora il fumo favorisce la produzione di un’elevata quantità di radicali liberi che sono degli elementi molecolarmente instabili e quindi capaci legandosi ad altre molecole organiche di compromettere le normali funzioni dell’organismo. Per inattivare tali radicali il sistema è costretto a consumare una grande quantità di sostanze antiossidanti come catalasi, glutatione e perossidasi sottraendo quindi preziosi enzimi necessari all’economia funzionale del sistema stesso.