La medicina manuale raccoglie in sé aspetti propri sia della medicina convenzionale che di quella complementare rientrando a tutto diritto nella categoria delle così dette medicine tradizionali.
L’obbiettivo del suo trattamento è la componente biomeccanica del corpo umano vale a dire l’apparato muscolo scheletrico articolare ed in particolare la colonna vertebrale quell’astuccio osseo all’interno del quale transitano in salita e in discesa una miriade di fibre nervose che costituiscono il midollo spinale e che collegano la periferia del corpo con il centro e viceversa.
Il suo modo di operare prevede prioritariamente l’uso delle mani, da cui il nome manipolativa, e tracce di questa pratica manipolativa della colonna vertebrale si trovano già nei documenti delle antiche scuole mediche, sia occidentali che orientali.
A tale proposito va ricordato il famoso medico romano Galeno che nel suo libro del II secolo d. C. narra di avere curato e guarito Pausania, celebre scrittore e filosofo, da un pesante disturbo della sensibilità delle dita di una mano, con l’applicazione di medicamenti e di manipolazioni sul rachide cervicale. L’origine di tale disturbo diceva Galeno risiedeva proprio in una lesione dell’astuccio vertebrale cervicale che determinava una compressione di una radice nervosa proveniente dal midollo spinale.
Una pratica antica tramandata nei secoli spesso e associata alle altre pratiche di “igiene corporea” come i bagni termali, i massaggi, la ginnastica . Veniva ampiamente utilizzata sia da quelli che una volta venivano chiamati medici sia da praticoni, soprattutto nelle campagne lontano dai centri abitati, dove i traumi legati al lavoro e quindi i problemi muscolo scheletrici articolari rappresentavano la quotidianità.
Attualmente e soprattutto in certe nazioni come Francia, Inghilterra, Stati Uniti, la Medicina Manuale è ormai parte integrante della Medicina Convenzionale, una specialità praticata da esperti medici provenienti da diverse altre specialità come la fisiatria, l’ortopedia, la reumatologia, la chirurgia neurologica, la medicina dello sport tutte figure che si occupano dei problemi che interessano l’apparato muscolo scheletrico articolare.
Dalla tradizione quindi emerge questa specialità medica prettamente “pratica” con evidenti finalità terapeutiche esclusive per l’apparato muscoloscheletrico in generale e per il rachide in particolare.
I criteri di applicazione della disciplina comunque presuppongono una circostanziata osservazione clinica, una precisa ricerca anatomo-patologica, una ampia ricerca bibliografica, al fine di poter inquadrare con rigorosa scientificità i fenomeni osservati da cui trarre nuove interpretazioni patogenetiche in tema di dolore vertebrale, muscolare e articolare.
Tale inquadramento può però essere interpretato in due maniere diverse.
In una prima quella classica le problematiche di salute che coinvolgono la componente muscolo scheletrico articolare sono fini a loro stesse vale a dire sono solamente dei problemi a carico della componente bio meccanica e pertanto sono da raddrizzare e da correggere.
Nella seconda tali problematiche sono invece il risultato di un più ampio fenomeno disfunzionale che coinvolge in toto l’organismo e quindi tutte le sue componenti sia fisiche che chimiche, metaboliche e mentali. In questa ottica la correzione del problema biomeccanico si ripercuoterà su tutte le altre componenti del sistema promuovendo a cascata un miglioramento delle performances generali dello organismo che a loro volta contribuiranno a realizzare la guarigione.
La funzione biomeccanica rappresenta quindi una delle facce di un’unica realtà funzionale generale: si tratta dell’unica faccia oggettivamente esplorabile, misurabile e quindi indagabile.
Partendo da questi presupposti coloro i quali vogliono indagare la complessità attraverso la sua componente biomeccanica devono studiare una funzione oggettivabile che sia espressione della integrazione delle funzioni : la Postura.
La postura è il risultato delle forze che percorrono il sistema muscolo scheletrico fasciale nel costante compito di contrapporsi alla forza di gravità e di mantenere così l’uomo in posizione eretta pronto a muoversi presupposti fondamentali per la sopravvivenza.
Nel solco di tale principio teorico si collocano altre metodiche diagnostico terapeutiche che sono: l’osteopatia, la posturologia e la chinesiologia applicata.
La postura per questo motivo rappresenta l’oggetto di studio che accomuna medici, osteopati, posturologi, chinesiologi. Essa rappresenta l’integrazione tra la struttura e la funzione quale risultato naturale di una realtà multifattoriale che si esprime attraverso meccanismi adattativi più o meno efficienti e come tali in grado di tracciare nel tempo la storia fisio patologica del soggetto.